Il tuo vero nemico? La sindrome dell’impostore

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Ne sentiamo parlare quasi ogni giorno e tutti almeno una volta abbiamo pensato di soffrirne. Che cos’è davvero la sindrome dell’impostore, chi ne soffre e quali sono le tecniche e i consigli per liberarsene definitivamente?

Partiamo dall’inizio, che cos’è la sindrome dell’impostore?

La sindrome dell’impostore fa parte della famiglia dei bias cognitivi.

Per citare Wikipedia:

È un termine coniato nel 1978 dalle psicologhe Pauline Clance e Suzanne Imes per descrivere una condizione psicologica particolarmente diffusa fra le persone di successo, caratterizzata dall’incapacità di interiorizzare i propri successi e dal terrore persistente di essere smascherati in quanto impostori. A dispetto delle dimostrazioni esteriori delle proprie competenze, le persone affette da tale sindrome rimangono convinte di non meritare il successo ottenuto. Esso viene tipicamente ricondotto a fattori quali la fortuna o il tempismo, oppure ritenuto frutto di un inganno o della sopravvalutazione degli altri. Secondo lo studio originale, la sindrome dell’impostore sarebbe particolarmente comune fra le donne di successo.

Non si tratta di semplice insicurezza, ma di una sindrome invalidante. Chi ne soffre attribuisce le ragioni del suo successo alla fortuna o alle coincidenze, e non al suo vero valore, tende molto spesso a sminuirsi e a considerare gli altri migliori e più di successo, anche quando questo non rispecchia la realtà.

Non solo, teme di non essere mai abbastanza bravo nel suo lavoro, non riesce a godersi i suoi successi e ha paura costante di essere smascherato, che le persone intorno si rendano conto, come lui, delle sue incapacità.

Un problema davvero comune

Se almeno una volta hai pensato di soffrirne, sei in buona compagnia. Alcuni studi hanno evidenziato come almeno il 70% delle persone è stato condizionato almeno una volta da questa sindrome, al lavoro e anche nella vita privata.

È così frequente che nel 1983 la dott.ssa Valerie Young, la principale esperta della sindrome dell’impostore, e Carolyn Herfurth, una delle principali strateghe di crescita aziendale, hanno fondato l’Impostor Syndrome Institute (ISI), fornitore ufficiale di informazioni, approfondimenti e strumenti per organizzazioni e individui, con l’obiettivo di eliminare la sindrome dell’impostore.

Chi sono le persone che ne soffrono

Ad oggi sono soprattutto i millennial a soffrire della sindrome dell’impostore, in particolare le donne.

In generale, a prescindere dal sesso e dall’età, possiamo dire che la sindrome colpisce maggiormente le persone con una bassa autostima, fortemente autocritiche, con molto senso del dovere, che ricercano costantemente la perfezione e sono soggette a forte ansia e stress.

Non solo, tra le persone che si sentono impostori troviamo quelle che:

  • Svolgono professioni in settori nuovi o poco conosciuti;
  • Si sono rimesse in gioco in età avanzata;
  • Hanno appena cambiato settore o lavoro;
  • Sono multipotenziali e hanno interessi e competenze in ambiti differenti;
  • Devono apprendere nuove competenze;
  • Ricoprono un ruolo importante, con molte responsabilità;
  • Devono rimanere costantemente aggiornate e fare spesso formazione.

Quello che stupisce è che chi soffre della sindrome dell’impostore è molto spesso una persona intelligente, capace e di successo, che nella vita sta ricevendo i riconoscimenti che merita e rimane costantemente aggiornata sul suo settore.

Ma allora perché è vittima di questa sindrome?

Di solito, le persone intelligenti e che ci tengono a quello che fanno hanno una forte consapevolezza di quelli che sono i loro limiti e le loro lacune, e fanno di tutto per “correre ai ripari” e andare a risolvere quelle che loro considerano mancanze.

Si innesca così la ricerca del perfezionismo, l’ansia che gli altri scoprano le nostre lacune e la paura di non essere abbastanza per il ruolo che si sta ricoprendo. Un loop infinito che porta a sentirsi impostori e a non vedere tutto quello che di positivo si è fatto finora.

Perché la sindrome dell’impostore fa male al nostro business?

Il motivo è semplice: ormai sappiamo quanto è importante comunicare online, metterci la faccia e creare un legame con le persone che ci seguono e apprezzano il nostro lavoro. La sindrome dell’impostore ci impedisce di agire in modo libero, di esporci in prima persona e di puntare in alto, prendendoci anche qualche rischio.

Tendiamo a fare molti confronti con i nostri competitor, a sentirci inferiori e incapaci rispetto a loro, e questo ci porta a credere di non avere niente da dire o da offrire, di non essere interessanti per i nostri clienti. E, di conseguenza, a non esporci come dovremmo.

Questo è vero in particolare per freelance e solopreneur. Lavorando da soli è molto più difficile avere un confronto con altre persone, ad esempio dipendenti o collaboratori, perché si ha paura di apparire deboli o non in grado di gestire da soli la propria attività. In questo modo, diventa davvero complesso focalizzarsi sui propri obiettivi, capire che si sta seguendo la strada giusta e mettersi in gioco in modo sano.

C’è un modo per uscire dal loop della sindrome dell’impostore?

Valerie Young dell’Impostor Syndrome Institute ha realizzato un decalogo per combattere la sindrome dell’impostore. Nel link lo trovi in inglese, ma ecco qui i dieci punti riassunti:

  1. Parla: parla di come ti senti e prendi consapevolezza del fatto che non sei l’unica persona a soffrire della sindrome dell’impostore.
  2. Separa le tue sensazioni dai fatti. Anche quando sei convinto di non meritare il successo o di non avere le competenze adatte, focalizzati sulla strada che hai fatto finora e renditi conto che, anche se ti senti un impostore, non significa che lo sei!
  3. A volte è normale sentirsi impostori, specialmente quando ti trovi a confrontarti con persone che hanno molta più esperienza di te. Questo però non vuol dire che non sei in grado di fare bene il tuo lavoro.
  4. Sfrutta l’impostore a tuo vantaggio: chi soffre della sindrome dell’impostore tende a essere perfezionista, e questo significa che ci tiene a fare un lavoro di qualità. Sfrutta questo perfezionismo (finchè è sano) per dare sempre il meglio.
  5. Sviluppa una risposta sana ai fallimenti e agli errori. La perfezione non esiste. Sbagliare o fallire fa parte del gioco, è normale e succede a tutti. L’importante è vivere il fallimento come un insegnamento per continuare a lavorare con una marcia (ed esperienza) in più.
  6. Datti delle regole giuste. Quando si soffre della sindrome dell’impostore si tende a non voler chiedere aiuto o a pensare di dover essere sempre perfetti o fare tutto da soli. Renditi conto invece che hai tutto il diritto di sbagliare o di avere bisogno di un aiuto o di un giorno di riposo.
  7. Cambia le dinamiche. Renditi conto di quello che pensi e che dici quando il tuo impostore comincia a farsi sentire. Ricordati che ogni nuova esperienza è un modo per imparare dalle persone che hai intorno, e che è vero che puoi non conoscere tutte le risposte, ma sei assolutamente capace di trovarle e fare bene il tuo lavoro.
  8. Immagina il tuo successo, non il fallimento. La sindrome dell’impostore ti porta a immaginare scenari catastrofici in cui fallisci e tutti ti riconoscono come un truffatore. Ribalta la prospettiva e inizia a immaginare che tutto vada bene e che il tuo lavoro ottenga il riconoscimento che merita.
  9. Premiati. Non passare il tuo tempo a mortificarti e a dirti che non sei in grado di fare il tuo lavoro. Spezza questo circolo vizioso e, ogni tanto, guarda dove sei arrivato finora e datti una pacca sulla spalla.
  10. Fingi finché non riesci. Non aspettare di sentirti sicuro per iniziare a metterti in gioco, inizia a prendere dei rischi. Certo, all’inizio sarà difficile e dovrai “fingere” di sentirti sicuro, in questo caso torna al punto 8, cambia prima il tuo comportamento e guarda la tua autostima e sicurezza crescere.

I consigli del team di Tramemotive

Oltre all’utilissimo decalogo di Valerie Young, vogliamo darti anche noi qualche consiglio per uscire dal loop della sindrome dell’impostore.

  1. Crea una tua rete di sicurezza. Le persone che hai intorno, amici, colleghi, professionisti del tuo settore o di altri, possono diventare il tuo specchio, un modo per farti vedere la realtà dei fatti e aiutarti a renderti conto che non sei l’impostore che credi. Sfrutta le tue conoscenze a tuo vantaggio per confrontarti con loro e avere sempre una visione oggettiva di chi sei, cosa fai e come lo fai.
  2. Non farti adulare. Avere una rete non significa avere una cerchia di persone vicine a te sempre pronte a dirti che stai andando alla grande, e anche i complimenti eccessivi possono riaccendere la sindrome dell’impostore, quindi fai attenzione!
  3. Attento al perfezionismo. Nel punto 4 del decalogo, Valerie Young consiglia di sfruttare il perfezionismo a proprio vantaggio, ma attento. Troppo perfezionismo può bloccarti e farti tornare al punto di partenza. Ricordati sempre che è meglio fatto che perfetto, e questo vale per tutto.
  4. Formati costantemente, ma non esagerare. Studiare e rimanere aggiornati è il modo migliore per aumentare le proprie competenze e allontanare la sindrome dell’impostore, ma attento a non sfruttare la scusa di doverti formare per non andare avanti o non sentirti sicuro. Hai già le competenze di cui hai bisogno, le stai semplicemente aumentando e migliorando.
  5. Se non riesci a farcela da solo, fatti aiutare! Se la sindrome dell’impostore si fa sentire e non accenna ad andare via, forse è il caso di fare un passo indietro e pensare a un supporto psicologico che possa aiutarti ad avere una visione più chiara e realistica di te e del tuo valore

Consigli di lettura

Per concludere, ecco qualche consiglio di lettura se vuoi approfondire il tema!

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Giada Corneli

Giada Corneli

Content writer e consulente di comunicazione. La scrittura la accompagna da sempre, come passione e come lavoro. Insieme a lei potrai trovare il tuo personalissimo modo di comunicare e mettere in evidenza il tuo stile e tutto quello che rende speciale il tuo lavoro.

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