La voce come protagonista del racconto?

da | Comunicare servizi, Strategia | 0 commenti

Che lo storytelling sia la più naturale e antica forma di comunicazione e che non si tratti di un semplice racconto di storielle è ormai ben chiaro. Questa tecnica aiuta a costruire una narrazione avvincente e a persuadere chi abbiamo di fronte a compiere delle azioni. D’altronde l’essere umano, da sempre, è incuriosito dalle storie altrui ed è forse per questo motivo che aziende e organizzazioni stanno sfruttando al massimo le sue potenzialità.

Ciò che si sottovaluta più spesso, però, è l’importanza che ha la voce all’interno del racconto

Se ci pensiamo, questa è il primo strumento di comunicazione che impariamo, il primo che trasferisce informazioni e che può suscitare in chi la ascolta relax, agitazione e alcune volte anche rabbia. Di un personaggio cinematografico ricordiamo il doppiaggio, di uno speaker radiofonico idealizziamo la fisicità attraverso l’ascolto della sua voce e di un formatore siamo attratti dal carisma del tono. 

Fare storytelling significa coinvolgere e portare all’interno della propria realtà il cliente sfruttando tutti e 5 i sensi, di cui uno è proprio l’udito.

In questo, il podcast può correre in aiuto

La sua efficacia nella narrazione di impresa risiede nel fatto che, a differenza di un’immagine o di uno spot televisivo, il podcast ti parla direttamente nelle orecchie e la voce viene mescolata alla musica, agli effetti sonori o ai rumori del mondo che racconta, creando una sorta di film in cui è la creatività dell’utente a delineare un’immagine personale e unica.

Un esempio? Il podcast fatto con Socialboby

Elizabeth Gelfi

Elizabeth Gelfi

Storyteller. È la mamma di Tramemotive. È lei che decide la linea editoriale e che scrive gli articoli della sezione Strategia di storytelling. Di base una professionista che guarda al bicchiere mezzo pieno, propositiva e proattiva, ma anche estremamente concreta e riflessiva.

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